Cosa è l’odontofobia e come si manifesta?
In questo caso la monofobia,ovvero una paura intensa fino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico nei confronti di una situazione,o di un oggetto specifici. Nel caso del dentista il paziente se pur consapevole dell’irrazionalità della situazione non può fare a meno di provarla al punto di manifestare sintomi come sudorazione incontrollata,tremore,senso di svenimento,fino ad arrivare averi e propri attacchi di panico.
Le strategie che applica la persona sono quasi sempre le stesse,rimandare gli appuntamenti tentare di auto medicarsi evitare ogni argomento che possa portare potenzialmente ansia.
L’EVITAMENTO delle sedute odontoiatriche va a ad aumentare il senso di frustrazione che una persona con una monofobia di questo tipo può sperimentare.
Che cosa si può fare per ovviare a questo spiacevole inconveniente?
• Arrivare in anticipo
• Farsi accompagnare da un amico/barra famigliare
• Imporsi di distrarsi(leggendo /guardando la tv)
• Ascoltare buona musica richiamando un momento di tranquillità nel passato della propria vita e ancorandolo fino a quando non si è pronti ad entrare dal dentista.
Ma tutto questo funziona?Alcune ricerche hanno dimostrato che la tendenza dell’odontofobico a canalizzare la sua percezione del dolore contribuisce in ugual misura ad aumentare il dolore
stesso come una sorta di profezia che si auto avvera.
• Cosa dovrebbe fare il paziente?
• Informarsi in modo da “demonizzare”il problema
• Un passo alla volta insieme al suo dentista fare un calendario delle sedute da fare con cadenza precisa in modo da diluire l’avvicinarsi delle paure.
• Scrivere su carta tutte le sensazioni,emozioni positive e non provate durante la seduta attribuendo un voto da 1 a 10,molto spesso il voto assegnato è molto più alto rispetto a quello provato realmente.La canalizzazione delle emozioni è importantissima in quanto il dovere del professionista è proprio quello di attenuare il senso di “pesantezza psicologica”causata dalla seduta stessa,curando prima di tutto l’aspetto psicologico-comportamentale del paziente.
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